Mauro Marzi

Mauro Marzi

…….. dove abita il Luccio, quella diventa anche la mia casa.

Quando hai iniziato a pescare? Chi ti ha insegnato questa meravigliosa arte? 


Ho cominciato il mio viaggio nel mondo della pesca in tenera età, intorno ai 9 anni. Questa grande passione mi è stata tramandata da mio padre e si è trasformata in breve tempo in “malattia”, . Lo spinning è la tecnica che pratico da sempre dedicandomi alla pesca ai pesci predatori presenti nelle nostre acque.
Dolci ricordi mi accompagnano. I primi passi li feci sulle rive del fiume Adda. All’epoca mio padre non possedeva una automobile. Si andava a pescare con il treno o con i mezzi pubblici. Ogni viaggio era una avventura.

Quali sono i tuoi luoghi preferiti di pesca?

Per me non esiste un posto preferito o segreto.

Dove abita il Luccio, quella diventa anche la mia casa.


Sicuramente prediligo i grandi spazi, di conseguenza amo i laghi.

Quale pesce preferisci pescare? con quale tecnica?

Direi tutti i predatori, ma il mio preferito è il LUCCIO. E’ il re incontrastato delle acque dolci. E’ un pesce misterioso e imprevedibile.

La tecnica preferita ?
Chiaramente lo spinning…Questa tecnica ti trasmette senso di liberta. L’emozione dell’attacco improvviso del predatore la può dare solo lo spinning. Esistono tante altre tecniche ma l’ idea di insidiare un pesce con un esca che in natura non esiste mi ha sempre affascinato. Oggi esistono esche che nuotano e hanno livree e colorazioni che rasentano la perfezione ma sono sempre esche artificiali. E’ solo grazie alla nostra abilita nel farla muovere e a presentarla nel modo corretto, che possiamo indurre il pesce ad attaccare. Non esiste un esca che non cattura. La sua efficacia o meno dipende da innumerevoli fattori.

Pratichi il C&R? Se si perchè?

CERTAMENTE!!!! Il mio motto da sempre è :” no rilascio no gloria“. Lo pratico e cerco di diffonderlo. Non sono un paladino dell’ambiente ma semplicemente lo reputo inutile nei nostri tempi. Quando vuoi mangiare un pesce, basta recarsi in un supermercato e li trovi ciò che vuoi. Si certo, sono pesci di allevamento, ma il loro prelievo non ha nessun tipo di impatto ambientale. Inoltre che gloria ci sarebbe nel prelevare un pesce selvatico con il rischio poi di impattare in modo irrimediabile sul loro ciclo vitale?

Perchè hai iniziato a costruire esche?

Tutto è cominciato quando ero in seconda media. La passione era tanta e i “soldini” erano pochi. Avevo una grande passione per il modellismo e con un pò di ingegno ho iniziato a cimentarmi nella costruzione.
Un coltello da tavola, alcuni attrezzi da lavoro di mio padre e gli angoli di una cassettina della frutta mi hanno permesso di costruire i primi pesciolini. I leggendari rapala costavano una settimana di paghetta e cosi ho provato a costruire qualcosa che gli rassomigliasse. Il grande sogno era quello di catturare il pesce con una propria esca. Negli anni questa passione si è trasformata in lavoro: tutto è cominciato nel lontano 1987, quando ha iniziato a lavorare per uno storico negozio di caccia e pesca di Milano. Successivamente sono riuscito a coronare il sogno di aprire il mio negozio (a Milano in via Morosini 51), dedicato allo spinning, divenuto punto di ritrovo di tantissimi amici.

Hai avuto una fonte di ispirazione? Chi?

Si certo, come tutti, credo. Ho iniziato leggendo la rivista “PESCARE”. Talvolta, in qualche numero, compariva un articolo di autocostruzione. Internet e i Social Media non esistevano ancora, per cui le riviste erano le uniche fonti di ispirazione. Certo non mancavano anche i suggerimenti di tanti pescatori e costruttori esperti. Al tempo frequentavo il mitico negozio di Stefano Defendini in via Sidoli a Milano, una sorta di Mecca per i pescatori a spinning negli anni 90. Fu lui a indirizzarmi a questo lavoro. Molti erano i costruttori che gravitavano in questo negozio e ho avuto cosi la fortuna di poter parlare e confrontarmi con loro, arricchendo nel tempo il mio bagaglio di esperienza.

Ti sei ispirato ad una esca in particolare? Se si, quali modifiche hai fatto per personalizzare l’esca?

Si direi proprio di si. Oltre alle classiche esche che tutti conosciamo, comincia a sentire parlare dell’hairbug. Questa esca cominciava a comparire sui primi blog di pesca e cosi, dopo un po’di ricerche, ho avuto la possibilità di averne uno fra le mani. Il suo studio e la fattibilità, inizialmente, non sono stati semplici. Grazie alle mie capacità di autodidatta e all’aiuto di un grande costruttore di esche da mosca e da spinning, ho iniziato la sua produzione nel 2010. Le soddisfazioni di amici/clienti che l’hanno provata, sono arrivate subito. La mia personalizzazione è nella struttura costituita da un unico amo che non deve avere punti deboli. Inoltre, colando personalmente le code di trail, posso deciderne il movimento e l’affondamento grazie alle mescole più o meno dure. A parte questa esca tanto particolare, costruisco rotanti, spinnerbait, esche di gomma di ogni forma e colore con stampi sia acquistati che auto costruiti .

Le tue esche sono adatte per quale tipologia di pesci ?

Le mie esche si indirizzano soprattutto alla pesca dei grandi predatori d’acqua dolce anche se in estate mi diletto a costruire le piume da traina con testa in acciaio inox . Costruisco una grande varietà di artificiali che possono insidiare qualsiasi tipo di predatore.

Le tue esche sono rivolte a pescatori esperti o anche neofiti?

La facilita del loro impiego le rendono adatte a tutti, sia all’ esperto che al neofita che muove i primi passi nello spinning. Il mio desiderio più grande è quello di dare, a ogni pescatore, la possibilità di catturare il loro sogno. Devo ammettere che il principiante inizialmente rimane colpito da ciò che spesso gli propongo. Le dimensioni delle mie esche sono quasi sempre extralarge. Al primo impatto possono sembrare esagerate.

Da quando hai iniziato a pescare a oggi, secondo te, le esche, si sono modificate molto? In che termini? 

Da quando ho iniziato…??? In 31 anni di commercio nel settore pesca ho visto le esche più disparate e più bizzarre che oggi vengono proposte come novità. Le modifiche più importanti sono relative ai materiali di costruzione. Se pensate che le prime esche in gomma fecero la prima comparsa in Italia verso la fine degli anni 80, rispetto a quelle attuali, sembrano preistoria. Un altro aspetto da non sottovalutare è che, rispetto al passato, i prezzi si sono abbassati rendendo più agevole l’acquisto.

 Secondo te, esiste un’ esca “rivoluzionaria” che ha cambiato il mondo dello spinning ?

Più che un esca, direi che è cambiato il mondo dello spinning. Una volta era considerata la pesca di chi non era capace di pescare, ma con il tempo è diventata la pesca più diffusa tra i giovani. Detto questo, citare un esca in particolare mi sembra riduttivo. Forse il fattore novità è stata l’evoluzione delle esche in gomma in ogni sua forma ed impiego.

Quale materiale usi per costruire le tue esche?

Non uso un unico materiale ma tanti assemblati insieme. Utilizzo il pelo di cervo e silicone da colata. Utilizzo il metallo per alcune esche e non dimentico il legno, il primo materiale che ho utilizzato per le mie creazioni.

Quale esca non deve mai mancare nella cassetta di un pescatore? 

Sicuramente deve essere una cassetta capiente, hahahahahahahahah. Scherzi a parte direi: un minnow, un ondulante e per finire un hairbug. Poi aggiungerei qualche gomma sempre e rigorosamente di dimensioni generose.

Perchè un pescatore dovrebbe comprare le tue esche?

Perchè ogni esca è unica. Perchè sono estremamente catturanti e sono alla portata di tutte le tasche.

Laboratorio

Quali sono i tuoi progetti futuri come costruttore?

Progetti ? Ne ho molti, ma uno in particolare. Vorrei ampliare il mio mercato non solo in Italia ma anche all’estero.

Sto lavorando molto per affinare il mio lavoro e rinnovarmi in continuazione. Essere innovativi e seguire il mercato ti permette di avvicinarti anche ai pescatori più esigenti.

Vorrei anche esprimere un desiderio. Mi piacerebbe vedere sempre più costruttori valorizzati per ciò che fanno e per la grande passione che mettono nel loro lavoro. Troppo spesso vedo invece ancora troppa gente che critica e denigra, magari solo per una valutazione economica che viene ritenuta eccessiva, alcuni colleghi costruttori, ma queste persone non hanno idea della quantità di lavoro che c’è dietro.

.…….. dove abita il Luccio, quella diventa anche la mia casa.






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