CHUB FISHING BY SIMONE BEUZER FISHING GUIDE

Entrare davvero nel mondo del cavedano e rendersi conto di cosa può essere capace se è stato punto e ripunto vuol dire entrare nel mondo della pesca al colpo e i colleghi appassionati di queste tecniche sanno cosa vuol dire dare fondo a tutte le loro abilità per trarre in inganno un cavedano in un campo gara ben battuto.

A spinning ci troviamo in altre situazioni, siamo limitati ad alcune dinamiche e condizioni. Ma quando siamo nel posto giusto al momento giusto…che sfida! Personalmente trovo certamente adrenalinico il luccio che arriva a 100 all’ora sotto la barca ed ingoia la tua esca come un demonio ma…quando un pesce fa così di tuo ci metti ben poco. Quello era talmente incavolato nella sua cieca furia assassina che avrebbe mangiato anche la canna.

Il cavedano

Il cavedano, come il grosso bass smaliziato preso e mollato un sacco di volte, ha sempre quell’incertezza, quel qualcosina che lo fa esitare, quel piccolo presentimento ( mica pensa, è l’istinto, ma che istinto superiore! Pazzesco! ) che lo può far arrestare sulla scatto a bocca aperta per poi, non dico solo abbandonare l’idea ma anche darsela a gambe. Sappiamo tutti che in un fiume di pianura con acqua velata o torbida si possono pescare un sacco di cavedani semplicemente facendo scendere nel branco un rotante che sfarfallando tra loro ne convinca il più impulsivo all’attacco. Ma giochiamo ad armi pari: niente corrente, niente fretta, tutto il tempo per valutare l’insidia. E niente acqua torbida, ma acqua limpidissima, di quelle che vedi il fondo in parecchi metri. E non cavedanelli di massimo mezzo chilo, giovani e ingordi. Cavedani dai 7-8 etti ai 2 kg, in acqua ferma, cristallina, piatta, a galla ed a vista. E ovviamente non staranno ammassati uno sull’altro tutti con il muso nella stessa direzione come i branchi in fiume. Gruppetti sparsi, che si aprono e si richiudono, spesso non più di 3 -4 esemplari per volta. Ecco, questa è la sfida.

L’approccio

Prima regola non farsi vedere, se è possibile ovviamente. Voi direte: ma i cavedani quando ti vedono mica scappano. Anzi, l’estate ti nuotano tra le gambe in spiaggia. E’ verissimo. Ma , provare per credere, se ti stanno vedendo…automaticamente il tuo artificiale ha un qualcosa di misterioso che li mette in leggero allarme. Ce ne accorgiamo quando l’artificiale arriva in acqua bassa verso di noi e il cavedano non osa inseguirlo ulteriormente. Eppure, se fossimo lì senza canna ma con un pezzo di pane da lanciare, si sarebbe avvicinato ben di più. Una volta sono riuscito ad afferrare un cavedano per la bocca tenendo un pezzetto di pane tra pollice e indice.

Ma qui è diverso: un artificiale, un filo, una canna, una persona da cui tutto sembra provenire. Il nervosismo nei cavedani diventa palese quando li vediamo fare qualche scatto irregolare ad interrompere il loro placido nuotare regolare. Ecco, ora è il momento di non sbagliare.

Ma vogliamo parlare di pesca? Cominciamo.

In questa situazione ci serve un esca galleggiante, l’ideale è un piccolo minnow, realistico nelle fattezze e nel nuoto. Io uso tuttora il vecchissimo Rapala Original. Sapete perchè? Non trovo nessuno che produca un minnow con paletta che affondi così poco nel recupero. E perchè, direte voi, non può affondare un po’? Se va giù di 30 cm e poi risale non va bene? Ma se i cavedani nuotano proprio 20-30 cm sotto! Non fa una piega ragazzi, ma i cavedani che dico io, questi cavedani ed in questa situazione, appena hanno anche il più realistico dei minnow sott’occhio una spanna sotto la superficie…capiscono l’insidia e se ne vanno. E da bravi cavedani non è che semplicemente perdano interesse, no…si spaventano e fuggono. E dopo un paio di passaggi la spiaggia che ospitava 30 cavedani si ritrova vuota. Non tornano nemmeno 2 ore dopo.

Quindi, dicevamo, un minnow galleggiante con affondamento minimo. Sott’acqua si vede solo mezzo minnow, ovvero la pancia chiara. Un pesciolino che galleggia, morente ed ormai spacciato. Un pesciolino che alla vista dei suoi carnefici tenta disperatamente la fuga scendendo di poco, sbandando sul fianco e luccicando come un alborella ferita. Per poi tornare a galleggiare. L’istinto del grosso cavedano ha un punto debole: è un grande opportunista, e non può perdere quest’occasione di un pasto sicuro e consistente. E alimentarsi è ancora più importante se il cibo scarseggia e l’inverno sta arrivando. E allora perchè non attacca e basta? Ogni volta che tento il cavedano in questa maniera se nei paraggi c’è un qualsiasi altro predatore ( lacustre, luccio, persico…) sale subito come un pazzo a far fuori quel gustoso pesciolino servito su un piatto d’argento. Ma il cavedano non si fida. Ecco la grande differenza. Ed ecco i 2 piatti della bilancia. Su di uno fame, ingordigia, opportunità, curiosità, necessità. Sull’altro diffidenza, istinto di sopravvivenza, bagaglio di avventure negative, paura. E noi dobbiamo sbilanciare la bilancia a nostro favore, il nostro manico sarà il fantomatico ago.

Azione: entriamo nell’aspetto tecnico

Effettuato il lancio cominciamo a far vibrare il minnow sulla superficie. Quel movimento vibrante che ogni pesce riconosce perchè in generale significa grosso insetto terrestre caduto. Ecco i cavedani che vengono a vedere di cosa si tratta. E qui dobbiamo avere i tempi giusti nel fare ogni mossa. E questo arriva con molta esperienza. Se il pesciolino fugge non è poi un boccone così comodo. Se attendiamo troppo i cavedani troveranno qualche dettaglio che smaschera l’insidia e se ne andranno. Insomma, trovare la giusta via di mezzo. La chiave è: i cavedani si avvicinano per verificare di cosa si tratta, cos’è quel cosino che sembrerebbe un pesciolino morente. Ma noi con qualche scattino glielo portiamo via di pochi cm e nel farlo muoviamo la superficie, confondendo le idee con piccole scie e bollicine.

Il tempo di avvicinarsi da parte dei pesci ed il minnow è nuovamente mezzo fuori dall’acqua. Ma se lo lasciamo fermo ci faranno un giro intorno e fuggiranno. Ma noi non gli diamo il tempo e facciamo altri movimenti. Veloci, accattivanti, ma movimenti che rendono evidente il fatto che il pesciolino non è in grado di fare una vera corsa e fuggire. I cavedani sono eccitati sempre più, se vediamo che alzano la pinna dorsale e dilatano le pettorali o addirittura accennano ad aprire la bocca…ci siamo di brutto. Calma. Continuiamo con questo giochetto ( anche se il tutto dura pochi secondi, ma sembrano secoli ) ed è così che magari i cavedani da 3 diventano 5 e la competizione aumenta. Spalle al muro uno di loro probailmente romperà gli indugi attaccando il minnow prima che lo faccia un suo compagno.

La competizione gioca sempre a nostro favore. Il singolo cavedano isolato sarà sempre una sfida molto più ostica. Alcune volte, se i cavedani partono da sotto, assisteremo ad un rifiuto. Parlo proprio del rifiuto inteso come la falsa abboccata del pesce sulla mosca secca, che sale convinto sull’artificiale per poi cambiare idea all’ultimo e bollare ad un soffio dall’esca. Col cavedano sul minnow è un grande classico ma anche un’ottima occasione per noi. Sappiamo che un pesce è stato vicinissimo a cascare nell’insidia e che altri hanno visto la scena. Appena vista la falsa bollata facciamo fare uno scattino al nostro minnow.

Con la velocità, senza il tempo di valutare bene l’insidia ( ricordiamoci che mezzo minnow è fuori dall’acqua e la rumorosa bollata del cavedano ha smosso la superficie in cui galleggia l’esca ) possiamo fare bingo. Il piccolo minnow riparte ed il cavedano, che ha avuto un dubbio ad una frazione di secondo dall’abboccare, ora vede che il pesciolino è vivo, è reale, cerca di fuggire…ma non ce la fa! E non lo vede bene, perchè quando bolla così, il cavedano si gira. E mentre si sta girando il minnow, nell’acqua smossa, riparte spanciando e luccicando.

E se i cavedani sono in gruppo tutto è più facile. Quel cavedano avrà ancora più fretta per l’istinto di competizione con i compagni, per quel boccone che sentiva già suo. Allo stesso modo gli altri, nel vederlo avvicinarsi a quel cosino interessante. In questi casi si può assistere ad una botta stile luccio, ad un’esplosione d’acqua stile bass. Il professore ha perso le staffe ed è caduto nel tranello come un alunno ripetente. Abbiamo vinto!

L’attrezzatura

Come attrezzatura useremo una canna da spinning leggero lunga attorno ai 2,10 m adatta a lanciare bene queste esche. Sul mulinello io metto uno 0,18 o 0,20 massimo, con almeno 70 cm di finale in fluorocarbon. Contrariamente al fiume dove il pesce insegue da dietro, qui ci troveremo quasi sempre con un esca ferma ed i pesci tutti attorno, che vedono il filo contro il cielo. E in questo caso quando ti ritrovi ad aver finito il fluorocarbon te ne accorgi eccome. Frizione morbida, non deve cantare sulla ferrata per evitare di ferrare male il pesce ma deve poi assecondarne le fughe specialmente nella fase finale, in cui un cavedano grosso può strapparci il minnow prendendoci alla sprovvista.

Conclusione

Queste sono le situazioni che piacciono a me, dove si sommano tutte le difficoltà.
Di certo è molto adrenalinico e divertente pescare il cavedano sulle mangianze ai danni dei branchi di alborelle. Quando vediamo tappeti di alborelle letteralmente esplodere perchè assediati da un branco di grossi cavedani in frenesia, beh…che spettacolo! Qui ci possiamo davvero divertire, non solo con il minnow ma anche con piccoli popper. Bellissimo ma, come facevo all’inizio il paragone con l’attacco spettacolare del luccio, più facile. Pesce in frenesia alimentare, prede e predatori che schizzano come proiettili, superficie tutta schizzi e onde. E’ tutto un altro gioco. Dipende.

Dipende se andiamo a pesca per divertirci o per migliorare.

Simone Beuzer Fishing Guide

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