ZANDER FISHING BY FAUSTO “DR. FAUST” SCARAVAGGI

Oggi ho il piacere di ospitare un grande pescatore. Vi presento Fausto Scaravaggi alias Dott. Faust. Esperto angler di pesci predatori. Ha alle spalle molti anni e migliaia di ore di pesca trascorse nei nostri laghi e fiumi e una vasta esperienza maturata anche all’estero. Da diversi anni dirige sapientemente il PREDATOR FISHING CLUB di Bergamo.

Ciao Fausto, parlaci di questo incredibile predatore il Lucioperca. Quando e dove hai iniziato a pescarlo?

Gli anni non li conto ma, come si dice, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Ho iniziato a pescarlo nei laghi e nei grandi corsi d’acqua del nostro paese.

Perché ti appassiona la pesca al Perca?

Perché è un predatore poderoso. Avere un grosso esemplare in canna è adrenalinico. C’è però un aspetto che mi affascina maggiormente. La pesca al Perca richiede una grande concentrazione. Come si dice “devi sempre stare sul pezzo”. A differenza del Luccio, per esempio, con cui assistiamo spesso a mangiate violente da strapparti la canna dalle mani, la mangiata del Perca è talvolta impercettibile. Avverti l’abboccata grazie ad un leggero tocco sul cimino oppure perché vedi il filo che si sposta lateralmente. In quel momento devi essere subito pronto a ferrare, perché se aspetti un attimo in più perdi il pesce. I combattimenti poi sono brevi ma molto intensi.

denti da vampiro

Solitamente dove vai a cercarlo?

Il Perca vive nascosto. Attende le sue prede e sferra attacchi fulminei. Solitamente lo cerco in quei corsi con acqua torbida e con poca corrente. Difficilmente percorre lunghe distanze per inseguire il “cibo”. Bisogna cercarlo intorno agli ostacoli naturali, come piante sommerse, rami o rocce.

Parliamo di esche e attrezzatura…

Per quanto riguarda la canna, io utilizzo canne con una lunghezza tra i 240 e i 270 cm. Deve essere robusta per resistere ai combattimenti, ma contemporaneamente leggera per permettere lunghe sessioni di pesca e dotata di grande sensibilità di punta per il discorso che facevo prima.

Come filo utilizzo solo trecciati. Non sono fili elastici per cui il tocco dell’abboccata si avverte immediatamente in canna. Completo la montatura con un finale in flourocarbon dello 0,35/40.

La pesca con il morto manovrato è sempre stata la tecnica per eccellenza, ma soprattutto al giorno d’oggi utilizzo esche siliconiche: imitazioni del pesce foraggio classico, alborelle, triotti ecc… Esche che vanno dai 5 ai 10 cm massimo di lunghezza con testina piombata. In base alle caratteristiche del fondale, l’amo potrà essere coperto o scoperto. Qualche bel pesce l’ho preso anche a Crank.

piccolo esemplare catturato con il Crank

Invece se parliamo di tecnica cosa ci dici?

La tecnica a cui ricorro maggiormente è quella di lanciare con la massima precisione l’esca all’interno dello spot prescelto. Molte volte il perca addenta la nostra montatura quando questa non ha ancora toccato il fondo, per cui chiudo l’archetto appena l’esca tocca l’acqua così da avere sempre il filo in tensione ed essere così pronti alla ferrata. Accompagno l’esca sul fondo e da lì sollevo la canna e faccio due 2 giri di manovella. Attendo di nuovo il contatto sul fondo e ripeto la procedura. Molto importante è mantenere il filo sempre in tensione, così da avvertire immediatamente la “tocca”. Talvolta allungo leggermente i tempi tra un recupero e l’altro. È molto importante “sentire” il fondo e immaginare attraverso il comportamento dell’esca la morfologia dello stesso, qualità che si affina con molta pratica sul “campo” e grande costanza. Nei primi tempi saranno frequenti le ferrate a “vuoto” su rami, rocce od incagli vari, ma ciò fa parte del “gioco”. Come dice il grande ALBERT: ”SE INCAGLI SUL FONDO VUOL DIRE CHE STAI PESCANDO BENE!”, Questo “motto” a primo impatto potrebbe suonare paradossale, ma nasconde invece una profonda saggezza di pesca! Se incastri la montatura sul fondo significa che stai manovrando nelle vicinanze degli ostacoli, ossia dove il Perca tende preferibilmente i suoi agguati al pesce foraggio, quindi stai percorrendo la direzione giusta per giungere alla cattura del nostro “vampiro d’acqua dolce”.

Possono capitare anche situazioni di pesca inusuali; ad esempio sul lago di Porlezza, mi è capitato di trovare i Perca a 4-6 metri di profondità su un fondale di 15 metri! Erano in caccia dietro a colonie di gardons staccati di molti metri dal fondo. Insomma, possiamo dire che ci sono sempre le fatidiche “eccezioni che confermano la regola”! E’ cosa buona e giusta e fonte di saggezza tenersi pronti ad ogni nuova evenienza .

Fausto, in quale momento dell’anno cominci a dedicarti alla pesca al Perca?

Normalmente, inizio a dedicarmi alla pesca al Perca nelle ultime settimane di autunno, quando le temperature esterne (e le acque di conseguenza) cominciano a calare. Nel periodo precedente, mi dedico normalmente ad altri predatori. Il Perca si pesca tutto l’anno. Bisogna adattarsi alle condizioni delle acque che troviamo e dove andiamo ad insidiarlo. Sicuramente, nel periodo autunno-inverno, nel fiume, lo trovi a profondità relativamente basse. I grossi esemplari si attivano alla ricerca del pesce foraggio. Nei grandi laghi si sposta a notevoli profondità anche oltre i 20 metri. Nel periodo primaverile ed estivo, lo cercheremo preferibilmente alla sera e fino al mattino presto, quindi in condizioni di poca luce, e si troverà nelle zone basse del sottoriva per spostarsi poi in profondità con l’arrivo del giorno.

Quindi la luce è una condizione determinante per la buona riuscita della nostra uscita di pesca?

Il Perca non sopporta la luce. Possiede occhi estremamente sensibili alla forte luce. Al buio ci vede benissimo avendo la vista come quella dei gatti; in questo modo riesce a scorgere le prede anche (e soprattutto) al buio. E’ il Dracula dei predatori e come il famoso VLAD, ha due canini conici protesi in avanti che gli conferiscono un’aria sinistra, ma, allo stesso tempo, affascinante. Un consiglio: armatevi di una pila per illuminare il sottoriva. Riuscirete anche a scorgere gli occhietti del Perca, così da poter lanciare l’esca con maggior precisione. Mi raccomando, rispettate sempre i periodi di chiusura.

grosso Perca pescato con un Crank

Per concludere, consiglio a tutti di provarci. Non è un pesce facile, ammesso che ce ne siano, e forse è proprio questa caratteristica che lo contraddistingue rispetto agli altri predatori.

Un caro saluto a tutti i lettori.

Fausto “Dr. faust” Scaravaggi

Caro Fausto, grazie per la tua testimonianza e per i tuoi preziosi consigli. Ci vedremo presto su questo blog per altri articoli riguardo i nostri amati predatori.

2 Commenti
  1. Wau!! Bellissimo racconto, hai spiegato molto bene le tecniche di pesca per il perca, mi sa che chiedo a Davide di procurarci le esche e poi provare!!! Bellissime anche le tue catture, bravo ,complimenti!!!!!

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